Roma Capitale presenta la prima strategia di adattamento climatico e si apre al confronto

Roma Capitale presenta la prima strategia di adattamento climatico e si apre al confronto

Roma è la prima città in Italia che adotta una vera e propria strategia di adattamento climatico per mettere in sicurezza il territorio dagli impatti previsti al 2050 e con interventi da realizzare già entro il 2030.

È stato infatti presentato questa mattina nella Sala della Protomoteca in Campidoglio il documento appena votato dalla Giunta capitolina. Durante l’incontro, sono intervenuti il Sindaco Roberto Gualtieri e gli assessori all’Ambiente, Sabrina Alfonsi, all’Urbanistica, Maurizio Veloccia e ai Lavori Pubblici, Ornella Segnalini, oltre che ricercatori che hanno partecipato alla elaborazione della Strategia, i cui lavori sono stati coordinati dal Direttore dell’Ufficio Clima di Roma Capitale, Edoardo Zanchini.

Sulla proposta di Strategia si aprirà da subito una ampia consultazione pubblica attraverso 7 appuntamenti tra conferenze e workshop tematici, tavoli con gli stakeholders e con le istituzioni competenti (Ministero dell’Ambiente, Regione e Città Metropolitana) e osservazioni da parte dei cittadini. Il processo partecipativo durerà fino al 30 aprile e si concluderà con il voto dell’Assemblea capitolina.

La lotta all’emergenza climatica passa da due obiettivi principali, quello di “mitigazione”, per ridurre le emissioni, e quello definito di “adattamento” agli impatti già in corso. Roma, che è stata scelta dalla Commissione Europea tra le 100 città della Mission “Carbon-neutral and smart cities by 2030 e che fa parte delle reti C40 “Reinventing Cities” impegnate a combattere il cambiamento climatico anche con i piani di rigenerazione urbana, sta facendo la sua parte.

Rispetto alla mitigazione, l’Assemblea capitolina ha approvato a novembre scorso il proprio Piano Clima per ridurre le emissioni di Co2; un piano che punta ad una loro riduzione del 66,3% entro il 2030 per contribuire all’obiettivo dell’Accordo di Parigi che vuole limitare sotto gli 1,5 gradi l’aumento medio della temperatura globale entro questo secolo.

Strategie di adattamento

A distanza di un anno dall’impegno assunto di definire le strategie di adattamento climatico e rispondere agli impatti che la città già sta subendo, viene quindi presentato un documento al quale hanno contribuito 70 tra ricercatori di Enea, Ispra, Fondazione Cmcc, Cnr, Istat, Dipartimento di epidemiologia ASL Roma 1 e Università, oltre che l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale, il Consorzio di Bonifica Litorale Nord, Areti, il gruppo FS e, naturalmente, le diverse strutture e i dipartimenti dell’Amministrazione.

Il Piano ricostruisce il quadro analitico dei rischi per la città e individua le priorità di intervento, con gli obiettivi e le misure, le competenze e i finanziamenti necessari.

Le priorità individuate sono quattrola maggiore intensità e frequenza di piogge e alluvioni (con danni crescenti ovunque, soprattutto in certe zone e in certi quartieri più esposti), la sicurezza degli approvvigionamenti idrici di fronte ai periodi di siccità (risparmio, riduzione delle perdite, riciclo ecc.), crescita delle temperature e delle ondate di calore (incendi, minaccia alla biodiversità, danni alla salute a partire dai soggetti più fragili e in zone più periferiche) e l’intensificarsi di impatti sul litorale (erosione, mareggiate, trombe d’aria, innalzamento dei livelli del mare).

 

La strategia di adattamento climatico di Roma Capitale si concentra su tre linee principali di intervento: le misure di prevenzione, allerta e protezione civile (informazione, sensibilizzazione, interventi), monitoraggio, studio e approfondimento (studio e previsione di scenari) e  misure per rafforzare la resilienza rispetto alle priorità individuate (25 misure per rafforzare la resilienza degli spazi urbani, degli ecosistemi e del tessuto sociale e economico).

 

Alcuni interventi sono già partiti, come nel caso della rete idrica dove, in questi anni, sono state ridotte le perdite al 27,8% (42% la media nazionale). Ci sono poi opere finanziate come la realizzazione dell’Acquedotto del Peschiera (1,2 miliardi, di cui 700 milioni stanziati dallo Stato e il resto dalla tariffa del servizio idrico integrato), la prima fonte di approvvigionamento idrico della Capitale. E poi la messa in sicurezza idraulica dei fossi (Malafede, Tor Sapienza, Acqua Acetosa, e dei canali Bagnolo e Pantano, Palocco, Dragoncello con oltre 56 milioni di euro da fondi PNRR e Piani stralcio MASE 2020-2021-2023), piani di ulteriore riduzione delle perdite idriche su ATO 2 (343 milioni di euro da fondi PNRR, per il periodo 2023-2028). E ancora gli investimenti con fondi giubilari, PNRR, nazionali e comunali da circa 180 milioni di euro per la realizzazione di interventi diversi come l’adeguamento di collettori fognari e caditoie, un grande piano di forestazione urbana, nuovi parchi lungo il Fiume Tevere e delle dune a Ostia, riqualificazione di piazze e spazi pubblici con obiettivi di adattamento climatico.

Per mettere in sicurezza la città dalle alluvioni occorrono interventi per 840 milioni di euro per il Tevere, l’Aniene e gli altri corsi d’acqua minorisecondo le stime dell’Autorità di bacino.

Per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti idrici molti sono gli interventi avviati per la riduzione delle perdite, ma occorre puntare sul riutilizzo delle acque depurate e meteoriche per i parchi, le industrie, l’agricoltura-  

Una buona notizia è che Roma è stata selezionata dalla Commissione Europea nel programma di supporto alle PA (TSI - Technical Support Instrument) con un progetto sul contrasto delle isole di calore urbane. La Capitale godrà di supporto finanziario per definire un piano di azione entro il 2025. È la prima città in Europa che accede a questo sostegno per l’adattamento climatico.

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