Al Teatro Arcobaleno, dal 29 novembre al 15 dicembre, una delle più divertenti commedie teatrali “La Mandragola”, capolavoro della comicità cinquecentesca firmata da Niccolò Machiavelli e ritenuta un classico della drammaturgia letteraria italiana, adattata e diretta nell’occasione da Nicasio Anzelmo in una produzione del C.T.M. Centro Teatrale Meridionale diretta da Domenico Pantano, qui anche interprete protagonista dell’opera. In scena anche: Anna Lisa Amodio, Antonio Bandiera, Chiara Barbagallo, Laura Garofoli, Nicolò Giacalone, Matteo Munari.
Seppur sotto le sembianze di un'ilare commedia, “La Mandragola” si può definire un testo di denuncia nei confronti della perdita totale di morale della società del tempo di cui mette in discussione i valori familiari, inducendo nello spettatore un riso serio e quasi acre, che fa assai riflettere e che critica la politica papale legando insieme Roma e Firenze. Il 1518, anno cui risale la commedia, fu difatti l’anno apicale del traffico delle indulgenze con cui i fedeli potevano garantirsi il regno dei cieli e l’eternità beata, promessa vacillante di una Chiesa minata dai temi divulgati dalla Controriforma e da Lutero nonché in schierata opposizione alla chiesa cattolica, rappresentata dal potere mediceo di Papa Leone che imperava su Firenze a cui si aggiungeva la perenne minaccia di un’invasione turca. In breve: la cristianità vacillava ed era sotto la minaccia degli infedeli quindi, per garantirsi un posto in Paradiso, ne era vivamente consigliato l’acquisto!
La struttura drammaturgica de La Mandragola prende a modello Plauto, Terenzio e la tradizione novellistica italiana duecentesca. La trama della commedia si sviluppa su due strutture ben intrecciate tra loro: una amorosa, tipica della tradizione italiana del ‘200 dell’amore sacro e dell’amor profano, qui rappresentata da Callimaco innamorato della bella giovani Lucrezia moglie di Messer Nicia; una comica e beffarda che parte dall’ossessionante desiderio di aver figli della vittima, qui rappresentato dal vecchio Nicia ovvero il marito ingannato. La storia si svolge a Firenze. Callimaco è innamorato di Lucrezia, moglie dello sciocco dottore in legge Messer Nicia, che si cruccia per la mancanza di figli. Con l'aiuto del servo Siro e dell'astuto amico Ligurio, Callimaco, in veste di famoso medico, riesce a convincere Messer Nicia che l'unico modo per avere figli sia di somministrare a sua moglie una pozione di mandragola (da qui il titolo della commedia), ma il primo che avrà rapporti con lei morirà. Ligurio quindi propone a Nicia una geniale soluzione, cioè che a morire sia un semplice garzone: Nicia si tranquillizza in parte, ma rimane comunque perplesso, visto che qualcuno dovrà giacere con sua moglie, che però è l'unica a farsi scrupoli. Naturalmente Ligurio ha pensato all'amico Callimaco, che spasima per Lucrezia: infatti non vi sarà nessun garzone come vittima predestinata, bensì sarà lo stesso Callimaco a travestirsi da tale. In una famosa e molto divertente scena, il garzone-Callimaco viene colpito, portato a casa di Nicia e poi infilato nel letto insieme a Lucrezia. Questa, che nel frattempo è stata convinta a consumare il rapporto adulterino da fra' Timoteo, accetta, e nel momento in cui scopre la vera identità di Callimaco, passa con lui una piacevolissima notte e decide di diventare sua amante. Dopo la notte degli inganni, assunte nuovamente le sembianze del medico, Callimaco ottiene dall'inconsapevole Nicia, contento della futura paternità, il permesso di abitare in casa sua e quindi di godere, non visto, delle grazie di Lucrezia.
Orario Spettacoli: venerdì e sabato ore 21,00 – domenica ore 17,30
TEATRO ARCOBALENO
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