Martedì 3 dicembre, alle ore 21, al Teatro Eduardo De Filippo – Officina Pasolini di Roma, va in scena un'opera unica e coinvolgente: "L'Armaru", una pièce teatrale che prende vita dall'omonimo romanzo di Mariacristina Di Giuseppe (Navarra Editore). Un viaggio sensoriale che fonde la potenza della musica e della parola, esplorando il cuore della Sicilia più intima e femminile.
Protagonista indiscussa è Laura Mòllica, che attraverso un'interpretazione intensa e poetica, guida il pubblico in un percorso di emozioni e scoperte, dove le voci delle donne siciliane si intrecciano in un universo di sentimenti, segreti e storie personali. L'Armaru è un'opera che "canta" e "incanta" in siciliano, lingua che diventa veicolo di autenticità e profondità, svelando una galassia di emozioni di grande intensità.
L'Armaru è un vecchio armadio che custodisce i segreti di un grande appartamento all'interno di un appartamento in un palazzo d'epoca del centro storico di Palermo. Qui Agata, una apprezzata cantante, vorrebbe vendere la casa ereditata dalla nonna anche se, per ragioni che ignora, qualcosa dentro di lei fa resistenza. Sarà proprio il vecchio armadio, testimone delle futili trattative di compravendita, a metterla in comunicazione con il misterioso universo femminile che svelerà inattese verità sulla nonna e sul coro di donne che si raduneranno attorno a lei.
"Nella galleria di personaggi partoriti da questo armaru", spiega l'autrice (Mariacristina Di Giuseppe, "a uso e beneficio della protagonista, della sua primavera, della sua rinascita, ho dato asilo a nomi e voci di donne accomunate dalla straordinaria sensibilità che il genere femminile porta con sé come una bandiera. Donne che possiedono il talento dell'amore incondizionato, del coraggio, della resistenza, il talento della cura, della memoria, dell'arte e della comunicazione, e li esercitano con determinazione. Tra il riso e il pianto, tra la commozione e l'indignazione, tra la passione e la speranza, tra un bacio e un addio, fioriscono le storie di donne apparentemente confinate nella loro epoca, donne che, in realtà, assurgono a paradigma senza tempo dell'animo umano alle prese con la vita e con i sogni".
Tratta dal romanzo omonimo di Mariacristina Di Giuseppe (Navarra Editore) quest'opera teatrale nata dalla collaborazione della scrittrice con la regista, attrice e cantante Laura Mòllica, interprete conosciuta e apprezzata in tutto il mondo per le sue doti interpretative e l'approccio mai banale al repertorio siciliano di tradizione, ci lascia sospesi tra mondi reali e mondi possibili, guidati dal canto come strumento elettivo di comunicazione, di esperienze e sentimenti.
"Quando due donne si mettono a chiacchierare in un salotto palermitano, magari davanti a una pasta di mandorle, o a un cannolo con ricotta, può succedere di tutto, anche di ideare un'opera teatrale, sulla scorta di un racconto, il racconto di una casa nel centro storico, proprio come la mia", afferma l'interprete e regista Laura Mòllica, "È così che è nata la pièce teatrale de "L'armaru". Cos'è l'armaru, se non la metafora della necessaria custodia dell'identità? È una sorta di utero in cui si costruisce una visione del mondo e si assemblano brandelli di vite; tante vite, vite che si intrecciano, si sovrappongono in un gioco di scatole cinesi, per poi confluire nell'unica verità: noi siamo tutte quelle vite, noi siamo tutte quelle donne".
Le canzoni del repertorio siciliano di tradizione, moderno e contemporaneo, si alternano alle musiche originali di Giuseppe Greco, che ha curato arrangiamenti e rielaborazioni. Le proiezioni che mettono Agata in contatto con le donne del passato sono a cura di Rosario Neri.